Biografia di Rancé
Fa sempre piacere conoscere l'aspetto fisico di un grande uomo di cui si cerca il profilo sia spirituale che biografico. In questa ricerca la curiosità è un fattore forse più importante dell'ammirazione. Rancé che presto ebbe fama di essere un nuovo S. Bernardo, non riuscì a sfuggire completamente ai tentativi dei suoi ammiratori di lasciare ai posteri tale testimonianza.
Nonostante i suoi rifiuti e la difficoltà di indurlo a posare per un ritratto, l'insistenza dei suoi ammiratori fu, in un certo senso premiata dalla fantasia di alcuni artisti che si prestarono a ritrarlo a "memoria" e da un pittore amici di Rancé che di nascosto riuscì a ritrarlo "dal vero". In questo ritratto che è l'unico vero, scorgiamo un monaco dal profilo pensoso ed elegante insieme che riflette bene la nobiltà e la distinzione del suo animo. Il pittore è Hyacinthe Rigaud.
Nato il 9 gennaio 1626 a Parigi, gli furono dati i nomi di Armand-Jean come il suo padrino di Battesimo Armand-Jean du Plessis, cardinale di Richelieu.
Quarto di otto figli di Denis de Rancé e di Charlotte Fleury, Armand-Jean fu destinato dal padre alla carriera militare, ma la morte del fratello Denis-François sopraggiunta il 16 settembre 1637, provocò un cambiamento radicale nell'orientamento della sua vita. Il padre, infatti, per motivi d'interesse economico, l'obbligò a sostituire il fratello nella carriera ecclesiastica, senza che il piccolo avesse alcuna vocazione a tale stato di vita.
Un inizio molto particolare di una vita che sarà assolutamente straordinaria.
Dopo una formazione giovanile adeguata alla sua condizione di nobile continuò gli studi di teologia alla Sorbona. Fu consacrato sacerdote il 22 gennaio 1651 dallo zio Victor. Ottenne il dottorato in Teologia nel febbraio del 1654 e, ricoperto di porpora ed ermellino, giurò a Notre Dame davanti all'altare dei Martiri di versare, se necessario, il suo sangue per la difesa della fede, ma il desiderio di successo, di avanzamento nell'ambiente ecclesiastico, occupavano completamente il suo cuore. Scrive un suo biografo: "…A corte e in società un giustacuore violetto di stoffa preziosa, calze di seta dello stesso colore, capigliatura lunga ben arricciata e incipriata, gran colletto di pizzo dei più alla moda, due grossi smeraldi ai polsini, un diamante di gran prezzo al dito. In campagna o alla caccia, invece: la spada al fianco due pistole nella sella del cavallo, abito color cerva, colletto di taffetas nero con un ricamo d'oro. Egli pensava di fare molto per apparire buon ecclesiastico, mettendosi un giustacuore di velluto nero per ricevere le persone importanti che venivano a rendergli visita".
Un altro biografo rincara la dose: "La sua vita era talmente molle che quando si metteva a letto durante l'inverno non solo era necessario riscaldargli le lenzuola, ma bisognava riscaldare anche il legno del suo letto".
Per molti anni si lasciò travolgere dalla vita di corte, dal piacere e dal desiderio di dominare. Famosa la relazione con Maria di Montbazon che si protrasse per lunghi anni fino alla morte improvvisa di lei nel 1657.
Da quel momento iniziò un lungo processo di conversione che lo condusse dopo sei anni a ritirarsi in uno dei Monasteri che aveva in commenda, e precisamente alla Trappe.
La Grazia divina che aveva riconquistato pienamente il suo cuore, lo spinse a disfarsi di tutti i suoi possessi, le Abbazie e i priorati che aveva in commenda, i beni immobili e le ricchezze che aveva ereditato alla morte del padre e dopo una lunga lotta con se stesso, a chiedere di entrare a far parte dell'Ordine cistercense di cui il monastero della Trappe era una della più antiche Abbazie. Divenuto Abate regolare della Trappe, volle dedicarsi alla riforma di quel Monastero. L'entusiasmo della conversione e la focosità del suo carattere lo indussero specialmente nei primi anni, ad essere esigente e molto austero. Durante la sua vita dovette soffrire molto per gli intrighi e le calunnie che amici e nemici ordirono contro di lui, nonostante queste difficoltà riuscì nel suo progetto e soprattutto riuscì ad avere una comunità di fratelli che lo veneravano come un vero Padre e che dettero una testimonianza grandissima di fedeltà eroica agli impegni della vita religiosa.
E' commovente costatare come Rancé si lasciò plasmare interiormente dall'opera di Dio. La santità della sua vita e della vita della sua comunità lo resero famoso e molto apprezzato direttore d'anime. Scrisse molte opere fra cui le più importanti sono "Sainteté et devoirs de la vie monastique" in cui espone il suo pensiero sul come deve essere vissuta la vita monastica e "Relations de la vie et de la mort de quelque religieux de la Trappe" in cui descrive soprattutto gli ultimo mesi della vita di alcuni monaci particolarmente notevoli per santità. Quest'ultimo è una testimonianza commovente della eroica fedeltà dei suoi monaci.
Morì assistito dai suoi figli che lo amavano e veneravano come un santo, il 27 ottobre 1700.
Dire che la sua influenza fu grande oltre che nell'ambiente religioso anche nell'ambiente esterno al monastero, fra nobili, gente di Chiesa, gente semplice, può darci un'idea di chi fu realmente Rancé per i suoi contemporanei, le migliaia di lettere che scrisse, di cui sono rimaste solo circa 2000, ci fanno capire meglio come il suo raggio di influenza fosse grande e importante.
Il rinnovato interesse per la sua opera e la sempre più approfondita lettura dei suoi scritti ci fanno capire meglio la sua grandezza e il valore del suo insegnamento non sempre valorizzato come merita.
Attualmente esiste l'Ordine dei cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti) che lo riconoscono come loro riformatore. L'Ordine è diffuso in tutto il mondo.
Nonostante i suoi rifiuti e la difficoltà di indurlo a posare per un ritratto, l'insistenza dei suoi ammiratori fu, in un certo senso premiata dalla fantasia di alcuni artisti che si prestarono a ritrarlo a "memoria" e da un pittore amici di Rancé che di nascosto riuscì a ritrarlo "dal vero". In questo ritratto che è l'unico vero, scorgiamo un monaco dal profilo pensoso ed elegante insieme che riflette bene la nobiltà e la distinzione del suo animo. Il pittore è Hyacinthe Rigaud.
Nato il 9 gennaio 1626 a Parigi, gli furono dati i nomi di Armand-Jean come il suo padrino di Battesimo Armand-Jean du Plessis, cardinale di Richelieu.
Quarto di otto figli di Denis de Rancé e di Charlotte Fleury, Armand-Jean fu destinato dal padre alla carriera militare, ma la morte del fratello Denis-François sopraggiunta il 16 settembre 1637, provocò un cambiamento radicale nell'orientamento della sua vita. Il padre, infatti, per motivi d'interesse economico, l'obbligò a sostituire il fratello nella carriera ecclesiastica, senza che il piccolo avesse alcuna vocazione a tale stato di vita.
Un inizio molto particolare di una vita che sarà assolutamente straordinaria.
Dopo una formazione giovanile adeguata alla sua condizione di nobile continuò gli studi di teologia alla Sorbona. Fu consacrato sacerdote il 22 gennaio 1651 dallo zio Victor. Ottenne il dottorato in Teologia nel febbraio del 1654 e, ricoperto di porpora ed ermellino, giurò a Notre Dame davanti all'altare dei Martiri di versare, se necessario, il suo sangue per la difesa della fede, ma il desiderio di successo, di avanzamento nell'ambiente ecclesiastico, occupavano completamente il suo cuore. Scrive un suo biografo: "…A corte e in società un giustacuore violetto di stoffa preziosa, calze di seta dello stesso colore, capigliatura lunga ben arricciata e incipriata, gran colletto di pizzo dei più alla moda, due grossi smeraldi ai polsini, un diamante di gran prezzo al dito. In campagna o alla caccia, invece: la spada al fianco due pistole nella sella del cavallo, abito color cerva, colletto di taffetas nero con un ricamo d'oro. Egli pensava di fare molto per apparire buon ecclesiastico, mettendosi un giustacuore di velluto nero per ricevere le persone importanti che venivano a rendergli visita".
Un altro biografo rincara la dose: "La sua vita era talmente molle che quando si metteva a letto durante l'inverno non solo era necessario riscaldargli le lenzuola, ma bisognava riscaldare anche il legno del suo letto".
Per molti anni si lasciò travolgere dalla vita di corte, dal piacere e dal desiderio di dominare. Famosa la relazione con Maria di Montbazon che si protrasse per lunghi anni fino alla morte improvvisa di lei nel 1657.
Da quel momento iniziò un lungo processo di conversione che lo condusse dopo sei anni a ritirarsi in uno dei Monasteri che aveva in commenda, e precisamente alla Trappe.
La Grazia divina che aveva riconquistato pienamente il suo cuore, lo spinse a disfarsi di tutti i suoi possessi, le Abbazie e i priorati che aveva in commenda, i beni immobili e le ricchezze che aveva ereditato alla morte del padre e dopo una lunga lotta con se stesso, a chiedere di entrare a far parte dell'Ordine cistercense di cui il monastero della Trappe era una della più antiche Abbazie. Divenuto Abate regolare della Trappe, volle dedicarsi alla riforma di quel Monastero. L'entusiasmo della conversione e la focosità del suo carattere lo indussero specialmente nei primi anni, ad essere esigente e molto austero. Durante la sua vita dovette soffrire molto per gli intrighi e le calunnie che amici e nemici ordirono contro di lui, nonostante queste difficoltà riuscì nel suo progetto e soprattutto riuscì ad avere una comunità di fratelli che lo veneravano come un vero Padre e che dettero una testimonianza grandissima di fedeltà eroica agli impegni della vita religiosa.
E' commovente costatare come Rancé si lasciò plasmare interiormente dall'opera di Dio. La santità della sua vita e della vita della sua comunità lo resero famoso e molto apprezzato direttore d'anime. Scrisse molte opere fra cui le più importanti sono "Sainteté et devoirs de la vie monastique" in cui espone il suo pensiero sul come deve essere vissuta la vita monastica e "Relations de la vie et de la mort de quelque religieux de la Trappe" in cui descrive soprattutto gli ultimo mesi della vita di alcuni monaci particolarmente notevoli per santità. Quest'ultimo è una testimonianza commovente della eroica fedeltà dei suoi monaci.
Morì assistito dai suoi figli che lo amavano e veneravano come un santo, il 27 ottobre 1700.
Dire che la sua influenza fu grande oltre che nell'ambiente religioso anche nell'ambiente esterno al monastero, fra nobili, gente di Chiesa, gente semplice, può darci un'idea di chi fu realmente Rancé per i suoi contemporanei, le migliaia di lettere che scrisse, di cui sono rimaste solo circa 2000, ci fanno capire meglio come il suo raggio di influenza fosse grande e importante.
Il rinnovato interesse per la sua opera e la sempre più approfondita lettura dei suoi scritti ci fanno capire meglio la sua grandezza e il valore del suo insegnamento non sempre valorizzato come merita.
Attualmente esiste l'Ordine dei cistercensi della Stretta Osservanza (Trappisti) che lo riconoscono come loro riformatore. L'Ordine è diffuso in tutto il mondo.